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TLP – Savona, l’urlo di dolore di Cavaliere: “Abbiamo tre giorni per non morire”

calcio

Il suo è un grido di dolore, disperato come quello di un genitore che sta per perdere un figlio e si appella a chiunque possa salvarlo. Il “figlio” in questo caso si chiama Savona Fbc 1907. Questa mattina riceviamo sua telefonata; dalla voce si sentiva che c’era qualcosa che non andava, così prendiamo appuntamento per un colloquio più tranquillo. Salvatore Cavaliere, team manager delSavona è un uomo distrutto, prima che un rappresentante del Savona. Nelle sue parole esce fuori tanta ma tanta amarezza. Ne ha per tutti, perchè è stufo di vedere le cose passargli sulla testa senza mai sapere nulla di certo. Ci ha chiamato per dar voce al cuore e alla passione. In questaintervista esclusiva, ha dato voce a chi ormai è privo di riferimenti.

Si affida a noi per far sentire il suo dolore, perchè ormai “al Savona restano solo tre giorni di vita“. Ci parla della partita vinta contro il Lecco “squadra ricca di nomi, ma in enorme difficoltà“. Al “Rigamonti Ceppi” lui era anche squalificato. In tribuna i tifosi locali lo fermavano dicendogli “Lei è il “famoso” Salvatore Cavaliere. Abbiamo saputo della vostra situazione“. Lo rincuoravano nel loro piccolo, ma lui aveva tante spine dentro di se che gli facevano tanto male. Ci ha parlato del fatto, singolare ma capace di farci capire chiaramente com’è la situazione lì in quel di Lecco “i tifosi della curva biancoblù che gridavano ai loro giocatori che i veri falliti erano loro e non quelli del Savona. Cose incredibili che raramente ho visto in un campo di calcio”.

Una cosa ha voluto rimarcare: “Non cerco notorietà, voglio soltanto gridare la mia rabbia per far si che il Savona si salviPerciò mi affido a voi“.
Dopo averci parlato di questo, elogiando il carattere dei suoi “ragazzi“, si passa al cuore del problema. Ci spiega che ” questi hanno portato i libri in tribunale, ma hanno chiesto una dilazione di qualche giorno. Prima di questo, abbiamo pensato che il tribunale avrebbe nominato un curatore fallimentare. Invece questa richiesta di tempo, non fa che aggravare la situazione. Così facendo si fa solo il male del SavonaCosa dobbiamo aspettare ancora? Qui non c’è tempo da perdere. Forse non ci siamo capiti: i giocatori entro lunedì prossimo (19 dicembre ndr), dovranno dare delle risposte agli affittuari, altrimenti dopo le festività resteranno in mezzo alla strada“. Ascoltiamo sconcertati queste parole.

Le sue parole diventano pietre quando ci dice ” Questi ancora i spacciano per rappresentanti del Savona, dopo tutto il male che hanno fatto a questa società. Ma come possono ancora fare questo? Ma lei lo sa che i fortnitori chiamano me, Salvatore Cavaliere, per avere notizie sui loro soldi? Io, che sono solo un semplice rappresentante della squadra, che faccio tutto per amore del Savona, senza prendere un centesimo che sia uno. Loro mi chiamano e le assicuro che le loro parole non sono gentili. Sono diventato il loro parafulmine, visto che questi continuano a spacciarsi per rappresentanti, però ogni giorno cambiano numero per evitare di sentirsi dire ciò che mi sento dire io. Abbiamo giocatori che non percepiscono un soldo da Maggio. E questi ancora vanno in giro a fare danni, chiedendo tempo. Sono degli autentici incoscientiIl Savona sta morendo, ma loro continuano a fare il bello e il cattivo tempoSenza un minimo rispetto, non tanto per me, ma per questa gente, innamorata come poche cose nella vita della loro squadra. Le assicuro che qui sono molto arrabbiati (eufemismo ndr)”.

Prende fiato. Il nostro silenzio dall’altra parte del filo lo preoccupa: “pronto, mi sente?“. Continua ancora più concitato, senza mai perdere il filo del discorso: ” Questi(non li chiama mai per nome) hanno fatto danni incalcolabili. Si mettano da parte, diano la possibiltà a chi vuole e può, di aiutare il Savona. C’è gente che vorrebbe aiutarci, lo sappiamo per certo, ma non vogliono avere a che fare con questi personaggi qua”. Non riusciamo a fermarlo, la passione lo travolge, non si preoccupa di nulla, ha solo voglia di dire “aiutateci, non lasciateci soli“.

Gli chiediamo se qualcosa in questa settimana si è mosso. Lui non perde tempo, sembra un tarantolato, ma è comprensibile ” Quello che sappiamo, lo leggiamo sui giornali, a noi non viene detto nulla. Per vie traverse abbiamo saputo che ci sono degli imprenditori del torinese. Non entro nel merito della trattativa, peròse lei me lo permette..”.
Prego dottore…
Io vorrei lanciar loro un appello. Fatevi vivi, diteci qualcosa. Non le solite chiacchiere, qui abbiamo bisogno di tutto, tranne che di chiacchiere, perchè lo ripeto, la situazione è seriaIl tempo è davvero poco. Vogliamo un interlocutore vero con cui parlare, senza intermediari. Ci dia delle risposte a tutte queste domande. Faccio un’ulteriore appello a chiunque, che mi viene dal cuore: chi, dalle istituzioni tutte al singolo imprenditore, ci aiuti. Siamo veramente ormai ai titoli di coda”.

Non si ferma più, la sua vita, il Savona, sta morendo e lui non lesinerà mai il suo impegno, fino all’ultimo giorno di vita. “Mi sono appellato a voi, che siete un’enorme cassa di risonanzaDomani i giornali non escono. Abbiamo tempo tre giorni per salvarci. Non lasciamo cadere questo tempo invano. Vogliamo vivere, non lasciateci morire. La passione di una città innamorata non può scomparire per colpa di questa gente qua. Noi domenica a Lecco, siamo andati perchè la tifoseria, con tante iniziative, al solo pensiero mi commuovo, ci hanno finanziato la trasferta. Abbiamo vinto, dimostrando a chiunque che siamo prima di tutto uomini e poi professionisti”.

Lo salutiamo, ma lui prima di concedarci chiude con queste parole, molto belle: “Scherziamo su tutto, ma non sulla passione della gente. Il Savona è più di una squadra di calcio per me. Sono qui da tanto, troppo tempo, mi piange il cuore a vederlo così, mal ridotto. Vi prego, aiutateci, dateci voce…”.

Le sue parole ricadono dietro il nostro silenzio mozzato dall’incredulità. Spesso dobbiamo essere asettici di fronte alle parole dei protagonisti, senza dimostrare la benchè minima emozione. Però non neghiamo che sentire le parole di quest’uomo, un piccolo magone in gola ci è nato. Siamo umani anche noi di TuttoLegaPro.com

Ultima annotazione – Di solito non ci piace farlo, però vogliamo anche noi lanciare unappello. Lo facciamo a quelli che vogliono salvare il Savona. Usiamo le parole di una canzone di un poeta che ha lasciato questa vita: Uomini, poiché all’ultimo minuto non vi assalga il rimorso ormai tardivo per non aver pietà giammai avuto e non diventi rantolo il respiro. Fabrizio De Andrè. Fonte Tutto lega pro.

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